Prende il via il 23 aprile la XIII edizione del Torino Jazz Festival.
Libera la musica è lo slogan di questa edizione. La creazione liberatoria della musica prende vita in ben otto produzioni originali: una quantità senza eguali di musica nuova in un singolo festival, a cui vanno aggiunti la produzione di un nuovo film sul jazz, girato nel corso delle edizioni precedenti, e quattro esclusive.L’invito è anche a liberare la musica dalle strettoie dei generi. Guardate il programma di questo TJF: l’elettronica si fonde con gli strumenti acustici, jazz e musica classica si intrecciano in percorsi diversi, le immagini si mescolano ai suoni, la parola poetica dialoga con il discorso musicale, vi invitiamo a ballare spesso, e le culture di mezzo mondo tessono la trama di quasi ogni concerto.
Liberiamo anche l’immaginazione. Ognuno può attraversare il festival inventando i propri percorsi: le tante forme della danza (Il Ballo della Liberazione, Flamenco Criollo, Don Karate, la marching band), i grandi pianisti (Moran, Iyer, Pieranunzi, Freitas, Oswald, Rebaudengo, Ortiz), il jazz classico e swingante (Rava, Di Castri, Benjamin, Moran), il rock (Calibro 35) o i suoni del mondo (Bang, Kouate, Remigi, Flamenco Criollo), il jazz e la classica (Pieranunzi, Pia, Koro, Rebaudengo) e tanto altro. Musica liberata: questo è il festival delle sorprese e delle scoperte.
Il TJF celebra la forza liberatrice della Storia. Nelle musiche afroamericane il passato, invece di rimanere fermo, è fonte di costante rinnovamento e attualizzazione. Per questo, con gli eventi clou del TJF 2025 trasformiamo la lezione della Storia nei valori di cui oggi abbiamo bisogno: da il Ballo della Liberazione al “Il Big Bang del Jazz” di Jason Moran, passando per “Blowin’ in the Wind” di Furio Di Castri, percorriamo insieme la strada creativa che dalla guerra
porta alla pace.
Stefano Zenni
Direttore Artistico
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